AFTERPLAY

AFTERPLAY

di Brian Friel
traduzione Monica Capuani e Massimiliano Farau
regia Mattia Berto
con Sara Lazzaro e Alex Cendron
performer Ildo Bonato e Monica Rossi
assistente alla regia Andrea Dellai
video Luca Bragagnolo
produzione mpg.cultura

foto Giorgia Chinellato

AFTERPLAY

In un caffè di Mosca, nei primi anni Venti, due sconosciuti di mezza età si incontrano. Lei è alle prese con pratiche, documenti e cartine geografiche. Lui indossa uno smoking spiegazzato e ha sotto il braccio la custodia di un violino. Man mano che il discorso si approfondisce – fra divagazioni sui rimedi per lenire gli effetti del freddo, racconti di fantasticate prove d’orchestra e tirate sull’importanza quasi mistica delle foreste russe in un progetto di palingenesi dell’umanità – lo spettatore accorto capisce che Sonja altri non è che la nipote un po’ invecchiata di Zio Vanja e Andrej il fratello di Olga, Maša e Irina, le celebri Tre sorelle di Čechov. Sono passati più di vent’anni dalle vicende raccontate nelle commedie del grande autore russo, ma la vita non ha cambiato la personalità dei due personaggi. L’autore Brian Friel scrive:

“Sonja continua a combattere con una proprietà in cattive condizioni, ed è ancora profondamente e disperatamente innamorata del medico locale.”

“Andrej è in parte ancora un ragazzo solo, confuso, senza madre, cresciuto in una remota cittadina di provincia con un padre autoritario e tre sorelle senza pace.”

E mentre apprendiamo cos’è accaduto in quei vent’anni di zio Vanja, di Astrov, della detestabile Nataša, della bellissima Elena e degli ormai adulti Bobik e Sofia, in realtà assistiamo all’incontro tra due disperate solitudini.