BAGNATI piss and love
di Tobia Rossi
regia Manuel Renga
con Alex Cendron, Paola Giacometti, Federico Lotteri, Giulia Merelli, Claudia Negrin, Daniele Pennati
scene Stefano Zullo
costumi Nicole Leonardi
luci e video Aurelio Colombo
coreografie Alessandra Costa
tecnica Alessandro Tinelli
assistente alla regia Nicoletta Ceaglio
produzione Teatro Libero Liberi Teatri
BAGNATI piss and love
Fiamma e Guido Dazeri vivono col loro figlio sedicenne Ludo in un lussuoso attico nel centro di Milano. Le loro vite procedono assonnate nel dorato mondo dei privilegi, fino a che, durante uno dei loro party in piscina, scoprono che Ludo ha una relazione con Daniel, il figlio coetaneo di Katia, la loro colf romena. Non è una relazione qualunque però: Ludo e Daniel fanno pissing. Ovvero si fanno allegramente pipì l’uno sull’altro.
La cosa è un fulmine a ciel sereno per i Dazeri e ingaggia Fiamma e Guido in un viaggio nella misteriosa sessualità del loro figlio e inevitabilmente nella loro stessa intimità. Un viaggio di imbarazzi, scoperte, segreti inconfessabili da cui tutti usciranno irrimediabilmente… bagnati.
NOTE DI REGIA
Lo spazio che abbiamo scelto è quello di un attico super luxury ma ancora nella sua forma di cantiere, in divenire, in costruzione, a nessuno è dato sapere se e quando si concluderà. Quindi un attico che assomiglia in tutto e per tutto alle fondamenta di un palazzo, alle fondamenta di una città che vuole ricostruirsi per Expo, ma che nessuno sa se arriverà in tempo. I membri della famiglia Dazeri si muovono agghindati e vestiti di tutto punto, così come il loro status sociale richiede, all’interno del cemento della loro terrazza, fra tondini di ferro, cassoni da edilizia e assi di legno. Ma nulla viene risparmiato: i loro party sono famosi, per cui la piscina ospiterà fiumi di champagne, maschere oniriche e feste forsennate. Il pubblico è un voyeur di questo spettacolo. All’inizio tutto è coperto da un telo da cantiere (proprio come nella loro vita tutto è mascherato con un velo di borghese perbenismo) che via via si scioglie insieme allo svelamento delle vicende più intime della famiglia, finché tutto sarà sotto la luce del sole, finché tutti sapranno tutto. E qui inizia il dramma. Un lento decadimento dello status sociale, dell’apparenza che con fatica per anni Guido e Fiamma hanno costruito, sarà causato da un semplice e innocente gesto di due ragazzi diciassettenni alla scoperta di sé stesso. Un piccolo gesto che causerà la distruzione della sfera sociale e lavorativa della famiglia fino a logorarne l’interno, il nucleo fondante. Anche la terrazza, metafora della loro esistenza, affronterà questo decadimento: dopo la decisione di cacciare di casa la colf e suo figlio, responsabile dell’accaduto, nessuno sarà più in grado di occuparsi della casa, di stuccare, riordinare, costruire, montare e smontare. La commedia si snoda con una delicata leggerezza parlando di temi profondi, senza far mancare gag e colpi di scena divertenti, fino a toccare il fondo, il vero fondo della piscina quando Guido, il capo famiglia, sarà vicino all’annegamento. Humor e dramma coesistono in questo lavoro che vede gli attori alle prese con personaggi estremamente realistici, vicende vicine a noi, ma anche momenti profondi e assolutamente poetici.
NOTE DI DRAMMATURGIA
Un’avventura famigliare dolceamara, totalmente ambientata dentro e attorno alla piscina sulla terrazza dei Dazeri, monumento al loro benessere e alla loro volontà di “raggiungere il cielo”. E l’acqua, fluido primordiale che genera e trasforma, bagna l’intera storia: dall’acqua al cloro della piscina all’urina, alle lacrime, al sudore per l’afa. La storia di un’estate, divisa in tre parti/capitoli/atti (Giugno, Luglio e Agosto) che racconta della solitudine dei membri di una famiglia che non si conoscono per davvero, intrappolati nella loro quieta disperazione, analfabeti sentimentali che non riescono a comunicare. La paura di diventare/tornare poveri, del fallimento economico e sociale, la paura di essere giudicati dalle altre persone (colleghi, amici, parenti). Il loro appartamento è diventato sempre più grande negli anni e ha finalmente raggiunto il cielo, ma dentro di sé stanno collassando, sprofondando giù, ciascuno con la propria tacita invisibile disperazione. Lo stesso accade alla città di Milano, che costruisce edifici e progetta (per Expo). Ma che cosa sta succedendo all’interno degli esseri umani? Il divario tra noi e la rappresentazione di noi è in continua crescita. Bagnati è anche una storia che parla di cosa significhi essere genitori, di cosa sia giusto o sbagliato tramandare ai nostri figli. Esiste un “modo giusto” per affrontare l’educazione sessuale? Fino a dove è opportuno assecondare l’istinto e dove invece questo va contenuto, arginato, per sopravvivere ed essere riconosciuti socialmente?
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