FUCK ME(N)

FUCK ME(N)
testo Massimo Sgorbani, Giampaolo Spinato, Roberto Traverso
da un’idea di Renata Ciaravino
regia di Carlo Compare
con Alex Cendron
organizzazione Anna Sironi
musiche originali di Paolo Coletta
luci Carlo Compare
scene Alex Cendron e Carlo Compare
produzione Festival Mixitè, Compagnia Teatrale Dionisi

premi
Miglior Monologo Giovani Realtà del Teatro 2013

foto Laila Pozzo

 

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me(n)  è un progetto di Alex Cendron – foto ©Laila Pozzo

“Più che col sesso, è con i funerei miraggi del potere che ha a che fare questo ossessivo eiaculatore dell’Io premiato dal senato accademico”.

Giampaolo Spinato

“Il mito della forza fisica, tramandato di padre in figlio, nasconde la fragilità del maschio forzuto e la sua incapacità di rapportarsi con il mondo femminile”.

Massimo Sgorbani

“Un uomo, un padre, cerca di espiare la colpa della morte del figlio. Infondo non si sente colpevole e non è neppure pazzo. Potrebbe accadere a chiunque di noi. Ma allora, è tutto normale?”

Roberto Traverso

Nei 4 anni di programmazione del Festival Mixitè, abbiamo ricevuto decine di proposte di spettacoli sulle donne e il “sentire femminile”. Spettacoli sul corpo, la maternità, la persecuzione, l’abuso, il lesbismo, la storia delle donne. Sulla maschilità, poco o niente. Sulla maschilità eterosessuale, quella integrata, quella positiva, riconosciuta come bene, potente, come qualcosa che ancora guida le sorti del mondo: pochissimo. Niente di quello che prova e sente al di là delle azioni, niente dei mutamenti in cui sta sprofondando.

Abbiamo chiesto allora a tre autori per cui proviamo molta stima – non solo della loro scrittura, ma anche della loro onestà intellettuale – di scrivere sulla Maschilità. Di scrivere quello che nessuno dice, quello che non è facile dire. Di mostrare gli andamenti profondi, le ombre, quello che non è in azione, che non produce, quello che si muove sotto. Sono arrivate tre storie che compongono un’unica musica, un unico grido di battaglia (o di dolore) che hanno trovato in Alex Cendron, uno degli attori più raffinati della sua generazione, un corpo capace di incarnare tre croci restituendo un’unica storia: quella di un uomo che resiste alla debolezza fino allo schianto.

Renata Ciaravino